Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, o ADHD, è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo. Esso include difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività. Questi problemi derivano sostanzialmente dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente. E’ bene precisare che l’ADHD non è una normale fase di crescita che ogni bambino deve superare, non è nemmeno il risultato di una disciplina educativa inefficace, e tanto meno non è un problema dovuto alla «cattiveria» del bambino.
L’ADHD è un vero problema, per l’individuo stesso, per la famiglia e per la scuola, e spesso rappresenta un ostacolo nel conseguimento degli obiettivi personali. E’ un problema che genera sconforto e stress nei genitori e negli insegnanti i quali si trovano impreparati nella gestione del comportamento del bambino.
Ciao... già spesso questo disturbo viene confuso da insegnanti e genitori poiché spesso il bambino che soffre di adhd viene considerato come svogliato ed irrequieto. Per questo motivo ti chiedo quali sono i principali atteggiamenti che ci fanno pensare all'iperattività?
RispondiEliminagrazi!
Cara Alessia...Il quesito che lei mi pone è veramente interessante, lei ha perfetta ragione, ogni giorno sempre più casi confusionari di bambini vivaci considerati malati e casi di ADHD sottovalutati, non riconosciuti e per tanto abbandonati a se stessi...
RispondiEliminaSebbene siano stati compiuti notevoli progressi nelle descrizioni nosografiche del
Disturbo, rimangono numerosi dubbi e perplessità sulla validità di tale diagnosi. In
particolare, non è ancora chiaro se il sottotipo disattento sia veramente una
manifestazione del DDAI, o se, invece, rappresenti un disturbo differente, oppure ancora sia la conseguenza di un disagio psicologico derivante da cause eterogenee. In secondo luogo, le ricerche non hanno ancora dimostrato se il sottotipo iperattivo-impulsivo sia separabile dal sottotipo combinato oppure rappresenti una fase precoce di sviluppo del
medesimo disturbo che, in concomitanza con l’ingresso nella scuola elementare, assume
la veste del sottotipo combinato.
l’etichetta Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività
deriva dalla descrizione diagnostica del DSM-IV pubblicato dall’Associazione degli
Psichiatri Americani (APA, 1994), mentre quella di Sindrome Ipercinetica è descritta
nell’ICD-10, pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 1992).
L’ICD-10 distingue, all’interno della categoria Sindrome Ipercinetica, il Disturbo
dell’Attività e dell’Attenzione e la Sindrome Ipercinetica della Condotta.
Per quanto riguarda il Disturbo dell’Attività e dell’Attenzione, i sintomi sono gli
stessi del DSM-IV. Malgrado questa parziale sovrapposizione, le differenze tra i due
manuali sono rilevanti. In particolare, la diagnosi di Disturbo dell’Attività e
dell’Attenzione - DAA (ICD-10, 1992) viene posta solo se un bambino presenta almeno
sei sintomi di disattenzione, tre di iperattività e uno di impulsività: in questo modo tale diagnosi è quasi sovrapponibile a quella di DDAI - sottotipo combinato descritta nel
DSM-IV (APA, 1994). Da questa differenza ne consegue che l’incidenza del DAA e del
DDAI sono radicalmente diverse: tra l’1% e il 2% il primo e tra il 3% e il 5% il secondo .
Argomento molto attuale, bene.
RispondiEliminaI disturbi non sono molti ma quelli che ci sono non si gestiscono facilmente, soprattutto a scuola.
Il comportamento del soggetto deve essere controllato continuamente, e il soggetto in prima persona si rende ancora più iperattivo e molto ostacolato. Proprio per questo motivo credo che bisogna trovare un rimedio più adeguato a tali circostanze.