giovedì 2 giugno 2011

...LE PROBLEMATICHE SOCIALI IN RELAZIONE AI DSA...

I problemi di autocontrollo comportamentale naturalmente si ripercuotono anche sulle relazioni interpersonali.
Non sorprende che i bambini con ADHD vengano più spesso rifiutati e siano i meno popolari tra i compagni. Gli insegnanti li valutano negativamente non solo dal punto di vista del profitto, ma soprattutto sotto l’aspetto comportamentale e del rispetto delle regole sociali. La qualità delle loro interazioni non è certo adeguata, sia in contesti strutturati che nel gioco, in quanto si osserva un’alta frequenza di comportamenti negativi sia verbali che non verbali, minore interazione con in compagni, bassi livelli di espressione affettiva e maggior ritiro sociale seguito da aggressività.
Bisogna precisare che molto spesso i bambini con
ADHD , senza aggressività non esibiscono intenzionalmente questi comportamenti disturbanti, e sono sinceramente sorpresi degli esiti negativi che scaturiscono dalle loro azioni maldestre. Sicuramente la presenza di aggressività, frequentemente associata al disturbo, è in parte responsabile di una maggiore gravità dei disturbi comportamentali .
I bambini iperattivi vengono descritti dai loro compagni come non cooperativi in situazioni di gruppo, intrusivi e in alcuni casi aggressivi e provocatori, e rischiano di non beneficiare delle opportunità di socializzazione con i compagni.
Barkley, DuPaul e McMurray (1990) attraverso ricerche sociometriche, hanno constatato che i bambini con ADHD (sottotipi combinato e iperattivo) ricevono più frequentemente valutazioni negative da parte dei compagni, mentre quelli con disattenzione prevalente ricevono meno valutazioni in generale. Più comportamenti cooperativi sono stati osservati in contesti strutturati tra compagni, dove i ragazzini con ADHD sono in grado di assumere un ruolo più attivo e collaborante rispetto a quando si trovano in altri contesti .
Quando il loro ruolo è più passivo e non ben definito, i bambini iperattivi diventano maggiormente contestatori e incapaci di comunicare proficuamente con i loro coetanei. 

7 commenti:

  1. ROSA MARIA LUCIBELLO2 giugno 2011 alle ore 11:24

    BUONA SERA...A TUTTI!!!VORREI SAPERE COME CI SI DOVREBBE COMPORTARE NEL MOMENTO IN CUI CI SI ACCORGE CHE UN BAMBINO è IPERATTIVO??

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  2. Per prima cosa quando si sospetta che sussista un problema di iperattività il bambino va sottoposto ad un’accurata valutazione psicologica. I normali test d’intelligenza non sono sufficienti e la semplice interpretazione dei disegni del bambino non è certo uno strumento diagnostico adeguato. Sono necessari complessi test neuropsicologici adatti ad indagare sulle cosiddette “funzioni esecutive”, cioè sul funzionamento del bambino al livello di attenzione, memoria, riflessività, pianificazione, integrazione percettiva.
    Un errore da evitare assolutamente è quello di “sedare” il bambino ricorrendo a qualche tranquillante, per quanto blando possa essere. E’ stato dimostrato che la somministrazione di tranquillanti peggiora la condizione del bambino iperattivo, rendendo il suo comportamento ancora più incontrollato e disorganizzato.
    In realtà non esiste una cura per l’iperattività, ma esistono efficaci tecniche comportamentali che possono migliorare notevolmentela situazione del bambino in famiglia e a scuola.
    E’ necessario quindi che genitori ed insegnanti si avvalgano di una consulenza psicologica sistematica per apprendere i metodi da applicare, tenendo comunque presente che per poter conseguire risultati concreti sono indispensabili costanza e sistematicità nell’uso di tali procedure. Per quanto riguarda l’intervento sul bambino, le psicoterapia di impostazione psicodinamica risultano scarsamente utili, mentre sembra dare buoni risultati una terapia comportamentale attraverso cui il bambino possa apprendere come lavorare sulle proprie emozioni e come mettere in pratica strategie di autocontrollo.
    Anche ricorrendo a questi metodi i risultati non saranno certo immediati e a volte si avrà l’impressione di non approdare a niente. Ma se si persevera e se si riesce a mantenere un buon rapporto di collaborazione tra la famiglia e la scuola, si potrà ottenere un graduale e sostanziale miglioramento del bambino. Questo non significherà la scomparsa definitiva di tutti i comportamenti problematici, masenz’altro una condizione di maggior benessere per il bambino e per coloro che gli sono attorno.

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  3. Credo che le problematiche sociali siano molte e indefinite dal momento che in ogni occasione possiamo incontrare problemi.

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  4. cara raffaella concordo pienamente... quelle esplicitate naturalmente sono le più comuni

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  5. anche io penso che sia molto produttivo far lavorare il bambino sulle proprie emozioni in modo che riesca a sviluppare un buon autocontrollo e in modo che riesca ad avere un comportamento che gli permetta di interagire con gli altri senza essere rifiutati o emarginati molto spesso proprio per la loro aggressività.

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  6. I trattamenti più indicati per ottenere un buon autocontrollo in questo ambito sono quelli in cui è previsto:

    · un lavoro per insegnare strategie di autocontrollo;

    · insegnare al bambino le strategie di problem solving;

    · imparare a gestire la rabbia e la frustrazione;

    · un lavoro sulla metacognizione;

    · l'impegno attivo della famiglia;

    · l'impegno attivo delle insegnanti.

    Gli atteggiamenti che allontanano dall'obbiettivo di educare il bambino dal raggiungere un auto controllo sono quei atteggiamenti come:continui richiami, castighi, rimproveri e umiliazioni.

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  7. C'è bisogno di più informazione e FORMAZIONE tra i docenti, in modo che il loro sapersi rapportare con questi bambini sia un esempio nei confronti degli altri.
    Purtroppo "la non conoscenza" porta ad una discriminazione ingiusta.

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